La mammografia ha un ruolo importante nel progetto di screening al seno, al fine di prevenire e diagnosticare precocemente il tumore della mammella che, ad oggi, è il più comune cancro riscontrato nelle donne. Nonostante sia un’indagine diagnostica in utilizzo da molti anni e con eccellenti risultati, esistono ancora molti dubbi e paure sulla mammografia.

Cos’è e come funziona la mammografia?

La mammografia è una semplice radiografia della mammella, in cui si utilizzano basse dosi di raggi X. La paziente dovrà, semplicemente, appoggiare il seno nudo tra due piastre radiografiche, stando in piedi. Dopodiché, si ripeterà la stessa procedura con l’altro seno. Le immagini diagnostiche che si ottengono comprendono tutta la superficie del seno, per un esame accurato di tutta la ghiandola mammaria, dai linfonodi ascellari fino al capezzolo.

Quanto dura l’esame?

È un esame velocissimo, che si effettua in pochi minuti, generalmente non più di dieci.

È un esame doloroso?

Molte donne hanno paura di questo esame al seno, perché etichettato come doloroso. Non è così. Le moderne apparecchiature, di ultima generazione, sono pensate per essere molto più delicate, rispetto a quelle di qualche decennio fa. Chi è ipersensibile potrebbe provare un leggero fastidio ma, spesso, è una sensazione molto viziata da uno stato psicologico di ansia. Affrontare la radiografia con serenità aiuta molto, e rende l’esame decisamente più agevole, veloce e sopportabile.

A cosa serve la mammografia?

La mammografia è il miglior strumento diagnostico a disposizione della medicina per identificare, anche in stato molto precoce, le neoplasie, le cisti ed i noduli a carico della ghiandola mammaria. Inoltre, serve ad esaminare, monitorare e comprendere la natura di anomalie già conosciute.

Quando è necessario sottoporsi all’esame?

In un contesto di abitudini di vita sana e prevenzione, la mammografia è consigliata a tutte le donne in età fertile, come controllo periodico. In età inferiore ai 35 anni, generalmente, se non ci sono particolari problemi o fattori di rischio, può essere sostituita da un’accurata visita senologica e dall’ecografia. Attorno ai 40 anni, invece, la mammografia andrebbe eseguita annualmente. È indispensabile ricorrere a questa indagine diagnostica, a prescindere dall’età, se si riscontra un nodulo di qualunque natura o se il capezzolo subisce improvvisamente delle modificazioni. Un altro caso in cui il ginecologo o il senologo raccomanderanno la mammografia anche in giovane età, è quello in cui, alla visita o all’eco, la composizione mammaria risulti poco leggibile.

Se la mammografia è negativa si può stare sicure?

In caso di esito negativo di questo esame si può stare assolutamente tranquille e sicure. Non esistono quasi margini di falsi negativi, con questa metodologia diagnostica. Si tratta di uno strumento estremamente preciso.

Se dovesse risultare qualcosa dalla mammografia cosa succede?

Se, dalla lettura delle lastre, dovesse risultare qualcosa di anomalo, ad esempio una massa o un nodulo, non è assolutamente detto che si tratti di cancro. La maggior parte delle volte, infatti, il seno produce delle cisti o degli accumuli di grasso del tutto benigni. Quindi, se dalle immagini risultasse qualcosa del genere si procederà ad una biopsia, per verificare ed analizzare la natura del nodulo.

La mammografia ha controindicazioni o effetti collaterali?

La mammografia è, a tutti gli effetti, una radiografia. È quindi sconsigliata solo in caso di gravidanza presunta o accertata. In tutti gli altri casi, anzi, è meno dannosa di una lastra tradizionale, perché la dose di raggi X utilizzati, viste le piccole dimensioni della parte che si prende in esame, è minore.

Fino a che età va fatto l’esame?

L’antologia medica dichiara dati di incidenza del tumore al seno principalmente in età fertile. Dopo l’avvento della menopausa, il margine di rischio si riduce, progressivamente negli anni, di molto. Non è escluso però che, anche in età avanzata, possa manifestarsi qualche anomalia della ghiandola mammaria. Il consiglio, quindi, è quello di sottoporsi sempre ad un controllo annuale o, almeno, biennale, per tutto il corso della propria vita.